ACP GREEN ART AWARD
GIORGIO ANDREOTTA CALÒ
Giorgio Andreotta Calò è il vincitore della prima edizione di ACP Green Art Award, il premio fondato nel 2021 da ACP - Palazzo Franchetti e dalla società Art Capital Partners, con il patrocinio del MITE - Ministero Transizione Ecologica, al fine di catalizzare proposte ed energie creative sulla tematica urgente della preservazione del pianeta e delle energie rinnovabili da assegnare a un artista o un collettivo di artisti che lavorando sui temi della sostenibilità si faccia strumento attivo di diffusione delle tematiche legate alle grandi sfide globali relative ai temi di clean water and sanitation, climate change, affordable and clean energy, sustainable city and communities, responsible consumption and production, climate action, life below water, life on land, tutti obiettivi anche dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Vincitore di questa prima edizione, selezionato dalla giuria di esperti è Giorgio Andreotta Calò, scelto per la capacità di manifestare nella propria ricerca artistica, la complessa dialettica tra elemento antropico e naturale, la difficile e maginifica co-esistenza tra uomo e natura.
GIORGIO ANDREOTTA CALÒ
Nato a Venezia nel 1979. Calò vive e lavora tra l'Italia e i Paesi Bassi.
Ha studiato scultura all'Accademia di Belle Arti di Venezia e alla Kunsthochschule di Berlino, laureandosi nel 2005 con una tesi su Gordon Matta-Clark.
Tra il 2001 e il 2007 è stato assistente di Ilya ed Emilia Kabakov. Nel 2008 si è trasferito nei Paesi Bassi dove è stato artista in residenza presso la Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam (2009-2011). Nel 2011 il lavoro di Calò è stato presentato alla 54a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia diretta da Bice Curiger.
Nel 2012 ha vinto il Premio Italia per l'arte contemporanea promosso dal Museo MAXXI di Roma con l'opera Prima che sia notte. Tra il 2012 e il 2013 è stato artista in residenza presso il Centre National d'Art Contemporain di Villa Arson, Nizza, Francia. Nel 2014 ha vinto il Premio New York, patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri italiano.
Nel 2017 Calò è uno dei tre artisti invitati a rappresentare l'Italia nel padiglione curato da Cecilia Alemani nell'ambito della 57ª Esposizione Internazionale d'Arte, la Biennale di Venezia. Con il progetto Anastasis, nel 2017 vince la seconda edizione della borsa di studio Italian Council assegnata dal MiBACT (Ministero dei Beni Culturali), che sostiene l'installazione monumentale realizzata nel 2018 alla Oude Kerk di Amsterdam.
Nel 2019 ha realizzato la mostra CITTÀDIMILANO presso Pirelli HangarBicocca.
LE TRE OPERE IN GARA
Pinna Nobilis
Realizzate in bronzo a partire dal 2014, le sculture ritraggono a grandezza naturale degli esemplari di Pinna Nobilis, conchiglia dell'omonimo mollusco bivalve, il più grande presente nelle acque del Mediterraneo, la cui sopravvivenza è minacciata dalle attività antropiche . Accanto al corpo centrale costituito dalla conchiglia, i canali di colata del metallo e "l'imbocco" sono parti integranti della scultura, tracce del processo di fusione a cera persa e al contempo elementi di sostegno dell'opera stessa. In alcuni esemplari la conchiglia originale è contenuta all'interno del bronzo evidenziando la compresenza dell'elemento naturale e di quello antropico, la trasmutazione alchemica intercorsa tra i due.
La serie PinnaNobilis racchiude molteplici tematiche che percorrono trasversalmente la ricerca dell'artista: lo sguardo sul paesaggio e in particolare sulla laguna di Venezia, da cui Andreotta Calò estrae alcuni frammenti e li rielabora in oggetti dalla forte carica simbolica ed evocativa. La forma speculare della Pinna Nobilis richiama inoltre la simbologia del doppio e diventa uno strumento di indagine per il presente, sospeso tra la realtà e la sua virtuale rappresentazione.
Carotaggio (Venezia)
Con i Carotaggi di Venezia, estratti a partire dal 2014 dal sottosuolo della laguna coinvolgendo una società specializzata, sono venuti alla luce diversi strati di materiale tra cui il Caranto, un'argilla sovraconsolidata estremamente compatta, che costituisce lo zoccolo duro che letteralmente sostiene le fondamenta della città di Venezia. Al di sotto di questo strato, è presente una falda acquifera di acqua dolce. Il suo emungimento dovuto ad un ultilizzo intensivo dell'acqua negli impianti di raffreddamento delle industrie del polo petrolchimico di Marghera, ha innescato un fenomeno di subsidenza: lo sprofondamento dello strato di caranto rappresenta così un cedimento della colonna portante di Venezia. In questi lavori si ritrovano diverse tematiche affrontate da Giorgio Andreotta Calò nella sua ricerca: la rappresentazione del tempo, la mutevolezza della materia ed una riflessione sulla laguna di Venezia, i cui elementi sottratti dal paesaggio e rielaborati dall'artista diventano oggetti portatori di significati universali.
Senza titolo (in girum imus nocte)
Senza titolo (in girum imus nocte) è una scultura realizzata da Giorgio Andreotta Calò nel 2016. La genesi dell'opera si lega al periodo e alle ricerche svolte dall'artista nel Sulcis Iglesiente, nella Sardegna sud-occidentale, a partire dal 2013. L'elemento in legno da cui ha origine la fusione in alluminio è infatti usato dai minatori nel film in girum imus nocte (2015) e nell'azione che esso documenta, un cammino notturno dalla Carbosulcis, ultima miniera attiva in Italia, all'isola di Sant'Antioco. L'opera è stata presentata assieme al film in presso l'High Line di New York in occasione della mostra collettiva "Wanderlust", curata da Cecilia Alemani e tenutasi tra il 2016 e il 2017. In questo contesto l'opera era disponibile per i visitatori che potevano usarla durante la loro camminata. L'opera allude inoltre alla configurazione del bastone evocando, secondo un'accezione primordiale, la dimensione rituale legata all'azione del camminare nella pratica dell'artista.