"L'alimento riassume e trasmette una situazione, costituisce un'informazione, è significativo."
Roland Barthes
Parlare delle "cene" di Sissi senza averle vissute e partecipate è cosa impossibile, perché sono esperienze sensoriali che l'artista offre al pubblico chiamandolo a condividere un momento unico e irripetibile, del quale resta solo una fotografia scattata prima che il cerimoniale gastronomico abbia inizio. Le variazioni pensate per luoghi diversi e consumate dal pubblico per ora sono state otto, [...] dove la creatività dell'artista si espandeva e diventava un vero e proprio happening, fatto di odori, sapori, colori che provocavano un coinvolgimento sinestetico e una totale partecipazione dei sensi. Perché l'imbandigione alimentare in queste grandi nature morte di Sissi riveste il ruolo di protagonista visivo e di motore narrativo che attiva realmente un processo di trasformazione, scatenando nell'osservatore il desiderio di gustare quello stesso cibo di cui è fatta l'opera. C'è nelle cene di Sissi una riappropriazione culturale della dimensione dell'alimentazione intesa quale forma ritualistica che si connette all'idea del sacro. L'offrir cibo al pubblico, e quindi condividere il momento del mangiare senza le posate, direttamente con le mani, è per Sissi un modo in cui consumare insieme un alimento per potere dichiarare ognuno la propria ritualità, al di là delle categorie prestabilite e delle regole del bon ton. [...] Una fantasia ardita quella di Sissi, che escogita e disegna tavole e menù impossibili, dove le bave di lardo diventano le frange della tovaglia, gli ossibuchi dei piccoli ricami ossei, i pezzi di torrone delle torri turrite e i meravigliosi budini colorati confessioni trasparenti in gelatina. Basta leggere il menù delle cene per entrare in un "impasto"di parole, di segni, di forme e di materie che il pubblico desidera manipolare perché già stuzzicato nel gusto e in balia di una attesa multisensoriale. Sissi è davvero abile nel creare questa "osmosi empatica" fra opera e fruitore, conosce le arti della seduzione estetica: le sue tavole apparecchiate sono un inno ai cinque sensi, alle forme, ai colori, ai sapori, alle qualità materiche dei cibi, alla loro composizione esibita in una scenografia impeccabile e ogni volta più ardita. La cena diventa dunque una performance totalizzante che molto ha a che vedere con il teatro e con l'azione scenica, in cui il pubblico è chiamato a partecipare direttamente e dove il cibo è una variazionedel modo di abitare il corpo a cui Sissi ci ha abituato: un corpo scultoreo fatto di cibo, che le persone possono toccare e mangiare, ma anche solo guardare, come nel caso del servizio di piatti, vero e proprio scheletro osseo su cui l'artista ha costruito "vestiti" di cibo. Tocca a noi spogliare le tavole imbandite, spolparle e nutrirci di quel cibo sontuosamente allestito nella celebrazione più fastosa dell'apparenza, per ripensare alla sostanza del discorso di Sissi: conoscere il proprio corpo vivendolo.
Maura Pozzati, Motivo cena: variazione, in Sissi Motivi ossei, a cura di Maura Pozzati, Milano, Silvana Editoriale, 2016, pp 12-17
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