Onomatopoeia Architecture: Kengo Kuma a Palazzo Franchetti

John Hill, World Architects, Giugno 16, 2023
UNA DELLE TANTE MOSTRE A VENEZIA, INDIPENDENTE DALLA BIENNALE DI ARCHITETTURA 2023, MA CHE SI SVOLGE DURANTE LO STESSO PERIODO DI SEI MESI (GUARDA ANCHE: NEOM E DOORSCAPE) è KENGO KUMA: ONOMATOPOEIA ARCHITECTURE A PALAZZO FRANCHETTI, A POCHI PASSI DA PONTE DELL'ACCADEMIA. WORLD-ARCHITECTS ha visitato la mostra PER COMPRENDERE I PROGETTI DI KUMA sullA base dei modellini e delle fotografie.
 

Il sottotitolo per la mostra, "Onomatopoeia Architecture", prende il nome da un libro di Kengo Kuma del 2015 e richiama parole i cui suoni si riferiscono alle cose ad esse associate. Le onomatopee sono spesso più associate ai fumetti (basti pensare a "ZAP!" o "KABOOM") piuttosto che a qualcosa come l'architettura, perfino in giapponese, dove i cartteri kanji fungono da ideogrammi.

 L'onomatopea è un modo per Kuma di allontanarsi dalla logica, di trovare altri mezzi per riuscire a far capire alle persone la sua architettura attraverso il linguaggio. "Quando lo uso [linguaggio], è impossibile farmi comprendere dalle persone", scrive nell'introduzione del catalogo che accompagna l'esposizione a Palazzo Franchetti, "questo è il motivo per cui uso sempre l'onomatopea". Tredici delle onomatopee d'ispirazione manga strutturano l'esposizione a Venezia — da para para (pieno e vuoto) a zure zure (sfalsamento, flessibile). All'incirca una trentina di progetti di Kengo Kuma & Associates sono esposti in otto delle sale del palazzo, sebbene ai visitatori sono offerte anche due installazioni site-specific. Fotografie lungo la visita sono accompagnate da maggiori informazioni sull'esposizione e i progetti. 

 

Prima di entrare nelle sale dell'esposizione, i visitatori trovano Albero della Barca (Ship's Mast), un' intricata scultura di legno nell'atrio dopo la scalinata. Simile alla dinamica di un'onda, l'installazione è associata alle onomatopee tsun tsun (esplosione, pressione) e zure zure (sfalsamento, flessibile), almeno secondo il catalogo. 

La prima sala — para para (pieno e vuoto) — come si può vedere nella foto in alto, rappresenta un trio di progetti, compreso il prestigioso e in parte controverso National Stadium per le Olimpiadi del 2020 che si vede qui. L'onomatopea si trova nella porosità dello stadio, strutturato in un sistema ibrido di acciaio e legno.

 Anche il  Yusuhara Wooden Bridge Museum (2010) a Kochi, Giappone, si trova nella prima sala, dove il semplice allestimento dell'esposizione è evidente: modellini squisitamente artigianali e dettagliati, posizionati di fronte ad una fotografia dell'edificio completato.

 

Non a caso, i modellini tridimensionali serbano più sorprese rispetto alle fotografie bidimensionali, incluse scoperte spiritose come il gatto seduto all'interno del Bridge Museum.

La seconda sala presenta due delle tredici onomatopee: sara sara (fluido e morbido) e guru guru (vortice, tornado); la prima si esprime attraverso il Portland Japanese Garden Cultural Village (2017), non mostrato, mentre The Darling Exchange (2019) a Sydney, Australia, che si vede qui, è chiaramente associato alla seconda.

Suke suke (orizzontale, piano) è presentata nella terza sala, dove si trovano il modellino e la fotografia di Coeda House (2017) in Shizuoka, Giappone.

 

Il tetto a padiglione della casa, come visto nella precedente fotografia, è solido ma reso trasparente nel modellino per mostrare meglio la compessa struttura ad albero.

Nella quarta sala si trovano due onomatopee: giza giza (duro, piega) e zara zara (grezzo, percezione). La seconda è legata ad alcuni progetti, compreso il prestigioso V&A Dundee (2018) in Scozia, coperto da elementi in cemento.

Un altro progetto legato a zala zala sono gli Archives Antoni Clavé (2017) a Parigi, presentato sottoforma di campione di materiale sulla parete di fianco alla fotografia degli interni.

Le pareti negli archivi sono realizzate stendendo washi sopra fogli di rete espansa di alluminio, "generando una nuova tipologia di texture con un senso di solidità e trasparenza", secondo il sito web di Kuma. 

Tsun tsun (pressione, esplosione) e pata pata (leggero, piega) si trovano nella quinta sala; la prima è associata al GC Prostho Museum Research Center (2010) ad Aichi, Giappone, "dove il legno non è solamente una pelle o copertura" secondo il catalogo, "ma la struttura vera e propria che sostiene la pressione dell'edificio".

Uno dei tre progetti che corrisponde a pata pata è Kodama, una struttura sferica esposta al parco di sculture Arte Sella nel 2018. Un modello di grandi dimensioni è posizionato al centro della sala, invitando i visitatori ad osservare all'interno e a perdersi nell'intricata lavorazione in legno.

La successiva, la sesta sala, rappresenta pera pera (piano, finezza) e fuwa fuwa (elasticità, membrana); la prima é espressa in Shang Xia (2010), un fashion interior a Shanghai che utilizza un tessuto speciale, poliestere tessuto a caldo, modellato in una trama tridimensionale, creando un delicato spazio simile all'interno di una caverna.

Il poliestere é presente anche in Mêmu Meadows, un piccolo edificio con tetto a falda in Hokkaido, Giappone, realizzato con due strati di membrana in poliestere fuwa fuwa, sopra ad una struttura in legno, le cui cavità sono riempite con pannelli in PET derivati da bottiglie riciclate. la luminosità della struttura traslucida è catturata magnificamente nel modello. 

Nella settima sala si trovano due onomatopee — moja moja (onda, linea) e funya funya (rilassato, soffice) —dove cavi colorati sono sospesi dal lampadario simili a Tetchan (2014), design interno realizzato da Kuma per un Yakitori bar a Tokyo.

Tetchan è fatto con cavi LAN riciclati per creare moja moja, che "descrive il suo aspetto lanoso e arruffato" secondo Kuma.

L'ottava ed ultima sala — zure zure (sfalsamento, flessibile — presenta due progetti, uno di questi un modellino della seconda installazione site-specific, Laguna

Il nome é appropriato, dato che Laguna, posizionata nel cortile di Palazzo Franchetti, è visibile da Canal Grande, così come il Ponte dell'Accademia che si estende su di esso. Qui il padiglione tridimensionale, realizzato fresando a CNC e deformando un foglio di alluminio, é visto da un piano superiore del palazzo.