Accanto a Your ghosts are mine, Palazzo Franchetti presenta Breasts, una collettiva a cura di Carolina Pasti che esplora gli usi e i riusi dell’immagine del seno, le sue rappresentazioni e le riflessioni che ha generato. La mostra, che ha debuttato durante l’inaugurazione della Biennale Arte, include le opere di oltre trenta artisti, che rimarranno esposte al pubblico fino al 24 novembre 2024.
Breasts, 2024, veduta dell'installazione a ACP Palazzo Franchetti, Venezia, cortesia di Carolina Pasti, fotografia Eva Herzog
Dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al cinema, Breasts raccoglie le narrazioni visive sul corpo femminile e innesca un dialogo tra una selezione di opere realizzate dal 1500 ad oggi. A partire dal seno e dalle sue differenti rappresentazioni in tradizioni e culture diverse, la mostra riflette in cinque capitoli su temi come la maternità e l’empowerment, la sessualità, l’immagine corporea e la malattia, ma anche sulla funzione del seno come catalizzatore attraverso cui discutere le realtà socio-politiche, sfidare le tradizioni storiche ed esprimere identità personali e collettive.
Breasts, 2024, veduta dell'installazione a ACP Palazzo Franchetti, Venezia, cortesia di Carolina Pasti, fotografia Eva Herzog
L’esposizione veneziana si apre con un intervento site-specific progettato dallo Studio Buchanan, per poi offrire nella prima sala una ricognizione storica delle modalità e dei linguaggi con cui il seno è stato rappresentato nel corso dei secoli, evidenziando come artisti moderni e contemporanei siano intervenuti sulle narrazioni legate al corpo femminile. Infatti, trovano spazio in questa sezione della mostra i maestri del Rinascimento e un’analisi dell’iconografia della Madonna del Latte, ma anche opere più recenti, dai Ritratti della Storia di Cindy Sherman ai lavori di artisti come Richard Dupont, Teniqua Clementine Crawford e Sherrie Levine, che incorporano elementi rinascimentali nei loro dipinti figurativi.
Focus della seconda sezione, il seno nelle rappresentazioni scultoree. Tra questi, l’opera multimediale di Marcel Duchamp, Prière de toucher (Si prega di toccare), che presenta un seno in gommapiuma fissato alla copertina del libro Le Surréalisme en 1947, e le piastre pettorali indossabili di Claude Lalanne, esposte come articoli di moda accanto al manichino di Allen Jones, che evoca a sua volta precedenti storici come armature e paramenti religiosi. Ad esse si aggiunge la scultura di un seno realizzata da Prune Nourry, diagnosticata con il cancro al seno nel 2016 e autrice di un film che documenta il suo percorso di cura.
Organizzandosi sulla base dei diversi linguaggi espressivi, Breasts presenta un terzo ambiente dedicato alla fotografia, in cui si esamina l’impatto dei media digitali sulla rappresentazione del seno. Tra queste, le immagini surrealiste di Robert Mapplethorpe e Irving Penn, che evocano paesaggi onirici e forme astratte, ma anche i lavori di Oliviero Toscani e Hsu Che-yu, attraverso cui la mostra restituisce il ruolo del seno quale dispositivo commerciale nel marketing e nella pubblicità.
Breasts, 2024, veduta dell'installazione a ACP Palazzo Franchetti, Venezia, cortesia di Carolina Pasti, fotografia Eva Herzog